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Quando sentiamo pronunciare la parole ‘festival‘, la nostra fantasia corre a Woodstock, ai festival musicali che hanno segnato l’Italia a cavallo degli anni ’90 come Arezzo Wave o alle prime fantastiche edizioni dell’Heineken Jammin Festival di Imola, oppure ancora al mitico Glastonbury che si tiene ogni anno nella regione del Somerset, in Inghilterra.

Il festival di cui vi vogliamo parlare oggi esce da ogni schema comune, in quanto non si tratta di un raduno musicale o sportivo, ma di un evento che ogni anno fa incontrare migliaia di persone nel deserto del Nevada, alla ricerca di manifestazioni artistiche e sensoriali fuori dal comune. The Burning man è un avvenimento sui generis, in quanto si propone come un vero e proprio modo di intendere l’arte e la vita.

Nel 1991 tre amici diedero vita al primo grande raduno nel cuore del deserto del Nevada e, in poco più di una settimana, diedero vita a Black Rock City, un esperimento di comunità unica nel suo genere. Le parole chiave usate dai fondatori per descrivere la loro creatura furono “esperimento di comunità temporanea, espressione di sé, autosufficienza”.

Ciò che conta a  Black Rock City è quindi il nuovo modo di stare insieme e di fare arte per il bene della collettività. Esistono poche e rigide regole, la prima di tutte si basa sul non comprare e sul non vendere nulla: ogni cosa si basa sul baratto e sul dono e all’interno del campo si possono comprare solamente caffè e ghiaccio per sopportare meglio la calura del deserto.

Si tratta di una  città temporanea e chi sceglie di partecipare al Burning Man può trovare un’utile guida alla sopravvivenza sul sito ufficiale, nonché avere con sé tutto l’occorrente per vivere adeguatamente durante gli 8 giorni: cibo e acqua in quantità sufficienti, elementi per costruire un riparo, una bicicletta per muoversi nelle sterminate radure desertiche, pena l’esclusione dalla manifestazione.

La pianta di Black Rock City riporta ad una dimensione parallela, in quanto è stata realizzata con una serie di cerchi concentrici con al centro uno spazio vuoto dove la sera i partecipanti possono dare vita a uno spettacolo o ad una produzione artistica di qualsiasi genere. Al sabato, giornata di conclusione dell’evento, viene bruciato un enorme uomo di legno che dona il nome al raduno, sempre splendido ed originale nelle sue forme. Non pensate ad un fantoccio, ma ad una mastodontica creazione artistica, alta anche fino a dieci metri ed elaboratissima nella sua composizione.

Il festival non ammette fonti energetiche inquinanti, in quanto l’energia si produce in proprio e alla conclusione del raduno non si deve lasciare alcuna traccia del proprio passaggio. I partecipanti vengono chiamati burners e per vivere il festival è necessario prenotarsi con largo anticipo e pagare un biglietto, non certamente economico, di circa 200 dollari. Il festival si tiene solitamente dl 27 agosto al 3 settembre, ma può subire delle variazioni in base ai calendari annuali.