Il primo impatto con New Orleans può essere sconvolgente, se si è intrisi di cultura yankee a tutto tondo. Nell’aria si percepisce che in questa città c’è un’atmosfera diversa, un qualcosa che merita di essere scoperto e che vale il lungo viaggio necessario per raggiungere questo vero e proprio unicum nel panorama americano
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Informazioni di viaggio
New Orleans dispone di un proprio aeroporto internazionale (il Louis Armstrong), ma chi preferisce un romantico viaggio in auto alla scoperta del profondo sud attraverso piantagioni di cotone e antiche magioni patronali può scegliere ben 3 Interstate: la I-55 da Memphis Tennessee, la I-59 da Atlanta Georgia e la I-10 da Jacksonville Florida a Houston Texas.
Il clima di New Orleans ha caratteri estremamente marcati: temperato d’inverno, soffocante d’estate a causa di una combinazione micidiale di caldo e umidità. Primavera e Autunno sono i periodi migliori per una vacanza nella zona: noi abbiamo soggiornato durante il ponte del Thanksgiving (che cade tradizionalmente l’ultimo giovedì di Novembre) e abbiamo trovato condizioni ideali sia di giorno che di sera.
E’ consigliabile invece mantenere la massima allerta, soprattutto di sera: la città non si è ancora del tutto ripresa dal disastro causato dall’uragano Katrina e registra quindi, suo malgrado, un livello di violenza piuttosto elevato rispetto ad altre città meno colpite dalla povertà.
New Orleans: la patria della diversità
New Orleans è stata fondata nel 1718, è passata attraverso il periodo di dominazione francese e poi quello spagnolo prima di diventare una delle grandi capitali del sud coloniale e schiavista agli inizi dell’800, quando Napoleone vendette la Louisiana agli Stati Uniti: una storia come tante nel nuovo mondo, ma la vera differenza è che la gente di New Orleans ha sempre difesa con fierezza la propria cultura e le proprie radici, senza mai assuefarsi in maniera definitiva al punto che prima della Seconda Guerra Mondiale i turisti provenienti dalle altre zone degli Stati Uniti venivano ancora chiamati gli “Americans” dai locali, che tutto si sentivano fuorché americani. E giusto per non smentirsi la Louisiana è l’unico stato americano il cui corpo legislativo è basato sul diritto romano e non sulla Common Law di origine britannica.

Ma si potrebbe anche ricordare che la città, a differenza di New York, non ha mai cambiato il suo nome, mentre è facile accorgersi che la lingua parlata dai locali è un mix melodico di inglese e francese, piacevole ma purtroppo quasi incomprensibile per gli stessi americani.
Allo stesso modo è facile accorgersi che anche la cucina tipica ha un suo carattere specifico: i sapori sono diversi perché basati su condimenti più delicati e raffinati. Al celebre Cafè du Monde, locale storico della città che rappresenta peraltro una delle zone di massima diffusione del cattolicesimo negli Stati Uniti, la colazione è basata sui croissant e non sul bacon.
Non bisogna quindi meravigliarsi, quindi, che la forza della cultura locale abbiano reso la città la patria del jazz.
Il French Quarter
Tutto questo e molto altro ancora si ritrova nel French Quarter, pittoresco museo ottocentesco a cielo aperto adagiato sulle rive del maestoso fiume Mississippi che proprio a New Orleans termina la sua corsa densa di significati attraverso il continente americano e si unisce al mare.
Chi ama gli eccessi troverà soddisfazione nel trascorrere il suo tempo in compagnia dei personaggi più disparati in uno dei tanti locali serali di Bourbon Street, una delle zone franche degli Stati Uniti, uno dei pochi luoghi di questa nazione dove quasi tutto è concesso al pari della Strip di Las Vegas o Duval Street a Key West (almeno questi sono quelli che ho visitato io).
Chi invece preferisce l’anima elegante di questa città deve passeggiare su Royal Street e ammirarne i sontuosi palazzi storici, mentre si perde la testa di fronte alle vetrine dei rinomati antiquari che si espongono quasi sempre pezzi di elevato valore.

Ma la vera anima romantica della città si scopre abbandonando le 2 strade principali e infilandosi nei vicoli laterali dove i celebri balconi in ferro battuto, grandiosi quando la natura sboccia e i fiori regalano un caleidoscopio imprendibile di colori e profumi, e le casette di legno dalle tinte tenui sempre diverse fanno da sfondo a uno stile di vita rilassato, fatto di tempo trascorso all’aria aperta e di spiccato senso dell’ospitalità. Una signora ci ha visti un attimo spaesati e non ha esitato a darci il suo numero di telefono, per ogni evenienza, dopo averci riempito di consigli. E’ questo che veramente mi piace del French Quarter, quella rilassatezza che è merce rara nelle grandi metropoli della costa est tutte carriera e frenesia.
Una passeggiata nel quartiere non può dirsi completa se non include il French Market, l’antico mercato, o una pasticceria artigianale dove acquistare le famose praline di New Orleans, ai gusti più disparati e gustosi.
La sera, poi, si accende il jazz: i locali sono numerosi e la musica di qualità. Gli amanti del genere troveranno sicuramente come inebriarsi con questa musica travolgente.