Che la Grande Mela sia da sempre teatro di scoperte e di innovazioni musicali è cosa risaputa, ma esiste un luogo di New York che più di altri rispecchia il fermento artistico di tutta la metropoli. Si tratta di Bowery Street, un quartiere che lambisce Chinatown e Little Italy (Manhattan), nato attorno alla via omonima inizialmente colonizzata da marinai e da immigrati sbarcati negli Stati Uniti.
Originariamente Bowery Street era un quartiere di passaggio, nel quale chi arrivava negli States cercava un primo alloggio e anche una zona di confine, molto malfamata e ricca di pericoli. Non a caso, nel colossal Gangs of New York di Martin Scorsese, una delle bande che si sfidano per il controllo della città si chiama proprio “The Bowery Boys”.
Bowery Street è da sempre un luogo di incredibile fermento artistico, in quanto fin dall’inizio del secolo scorso ha ospitato show alternativi alla patinata Broadway e ha dato il via alla tradizione del cabaret e del musical così come lo conosciamo oggi.
Bowery Street era la sede del (purtroppo ormai chiuso) CBGB (precisamente al civico 315), il covo storico della new wave e del punk originario. Patti Smith, i Television, Talking Heads e Ramones sono solo alcuni dei nomi che si sono esibiti al CBGB, locale piuttosto fatiscente, arredato in modo molto provvisorio e pieno di cani che scorrazzavano allegramente al suo interno. Per celebrare le icone che scrissero la storia della musica, alcune vie del quartiere sono state loro intitolate, come la famosissima Joey Ramone Place.
Bowery Street è stata teatro della nascita del movimento degli Hare Krisha da parte di Prabhupada e questa via, inoltre, vide la nascita di tanta letteratura ispirata al viaggio e alla vita mistica, grazie anche all’opera di William Burrourghs, che in questa piazza ci visse per più di vent’anni.
Ma Bowery Street è anche un’area strettamente legata all’arte intesa come pittura e come rappresentazioni figurative. Nel 1982, Keith Haring realizzò uno dei suoi murali più celebri, che resistette appena qualche mese prima di essere coperto con della vernice. Nel 2008 il murales fu ricreato dalla fondazione a lui intitolata e oggi è meta di visite da parte di chi ama la steet art nella sua versione più pura ed eccentrica. Molte sono le gallerie d’arte dislocate in questa zona, a ricordare ai visitatori che New York è in continuo fermento, pronta a lanciare nuove arti, nuovi trend e anche nuove filosofie di vita.