di Marco Scandali
Il Mesa Verde National Park va visitato per 2 motivi: per gli splendidi panorami che offre e per visitare i siti archeologici che vengono preservati al suo interno. Ma a dire il vero già una sola delle ragioni giustifica una visita approfondita.
Il parco, che copre una superficie di circa 210 km quadrati, si trova nella zona sud del Colorado, vicino al confine con il New Mexico, nella contea di Montezuma, una zona dove le Rocky Mountains e le loro alte vette che rendono famose le eleganti stazioni sciistiche del Colorado sono ancora un lontano miraggio.
Risorse per il viaggio
Abbiamo selezionato le migliori risorse per organizzare il viaggio spendendo poco e senza rinunciare alla sicurezza. #viaggiaintelligente
Prenota gli hotel spendendo il giusto!
Le migliori Assicurazioni Viaggio (indipensabile!)
Noleggio Auto: confronta le offerte delle migliori compagnie
Dove Alloggiare
Sono tante le soluzioni possibili soluzioni per alloggiare per coloro che non intendono alloggiare all’interno delle aree attrezzate del parco. Noi abbiamo scelto di dormire a Durango, a circa circa 60 km dall’ingresso del parco che si raggiunge percorrendo la scenografica US-160 verso ovest: una cittadina veramente graziosa che merita una visita alla scoperta del suo genuino spirito “Old West” che aleggia nella scenografica Main Street, magari approfittando della sua ferrovia storica per un tuffo nel passato. Il posto perfetto per ospitare un fumetto di Tex Willer.
Clima, quando visitare il Mesa Verde?
Il Parco Nazionale Mesa Verde è praticamente aperto durante tutto l’anno ma è bene programmare la visita in base alla stagione in cui andrete. Gli inverni non sono freddissimi, con minime che raramente scendono sotto i 5°C nei mesi più rigidi che sono Gennaio e Febbraio. A volte può cadere la neve, addirittura fino a primavera inoltrata o prima dell’arrivo di novembre. Le estati, da giugno a settembre, sono calde ed è quindi consigliabile portare con se molta acqua; sono possibili, nei mesi più caldi, temporali pomeridiani.
Qui trovate le informazioni ufficiali su orari di apertura e situazioni climatiche.

Visitare il Mesa Verde National Park
Appena lasciata la US-160 si trova il Visitor Center dove vanno acquistati i biglietti per partecipare ai tour guidati delle zone archeologiche principali (Balcony House, Cliff palace e Long House). Per chi non fosse interessato è comunque possibile visitare 2 zone senza necessità di acquistare un biglietto dedicato (Spruce Tree House e Step House). il Museo Archeologico annesso alla Spruce Tree House (Chaplin Mesa Archeologica Museum) è a sua volta gratuito.
Cosa vede nel Mesa Verde National park
Una volta entrati nel parco si percorre in automobile la Main Park Road per salire fino ben oltre i 2000 metri e godere di una vista spettacolare che spazia infinita a 360°, cui fa da sfondo un cielo che rimane impresso per la profondità del suo blu. Basta fermarsi nei numerosi overlook che si trovano uno la strada per assistere a tale stupefacente spettacolo: la pianura rigogliosa nei 1000 toni di verde (noi abbiamo vistato il parco a metà luglio) e le vette lontane anche 40 km si stagliano nitide e perfettamente visibili. Sembra di percepire il “lungo sospiro” che Alex de Tocqueville percepì e descrisse come la voce della natura incontaminata del continente durante il suo lungo viaggio compiuto a cavallo del 1830, lui che proveniva dalla già rumorosa Europa continentale.

Il tutto è reso possibile dal fatto che, come si evince dal nome, il parco si estende sopra una serie di Mesa, le colline dai fianchi ripidi e dalla sommità praticamente piatta (simili a parallelepipedi) tipiche del Colorado Plateau e dei suoi incredibili fenomeni erosivi che donano al visitatore una varietà di forme (mesas, butts, canyons, hoobos, arches, giusto per citare le principali) che ha dell’incredibile.
Arrivati alla Far View Area la strada si biforca; la derivazione est attraversa la Chapin Mesa mentre quella ovest attraversa la Wetherill Mesa, divise fra loro da una serie di canyon scavati dai numerosi fiumi della zona. Le zone archeologiche principali si trovano proprio verso la fine di queste 2 strade.
Noi abbiamo scelto di vistare la Spruce Tree House e l’annesso museo archeologico. La Spruce Tree House è uno dei tanti esempi di Pueblo che si possono visitare all’interno del parco, uno deii tipici villaggi costruiti fra il 700 e il 1300 DC da parte degli antichi abitanti locali e di cui sono ancora evidenti svariati esempi, sopratutto nel New Mexico. Si trattava di costruzioni difensive a più piani, il più basso dei quali senza finestre e cui si poteva accedere solo mediante una scala che poteva essere ritratta per impedire agli eventuali assalitori di penetrare all’interno. Le costruzioni erano realizzate con un impasto di argilla, sabbia e paglia cotto al sole: tutte materie prime abbondanti nella zona, che i nativi sapevano plasmare con sapienza ottenendo forme complesse e di difficile realizzazione quali ad esempio i Kiva, le stanze rituali sotterranee, e le case a 2 o 3 piani.
Quello che rende unici i pueblo del Mesa Verde è la loro posizione, spettacolare ed estremamente funzionale. Si trovano nelle ampie grotte e rientranze che si aprono sui canyon principali, e per raggiungerli si deve scendere attraverso stretti sentieri dalla mesa sovrastante. Così facendo si ottenevano svariati indubbi vantaggi: protezione dal torrido sole estivo, abbondante ventilazione per l’accensione dei fuochi, protezione dalla neve e dal freddo invernale, occultamento e difesa dagli eventuali assalitori e dai numerosi predatori che infestavano (e infestano tuttora, a dire il vero) queste zone selvagge. Anche la visita all’annesso museo rivela, attraverso i tanti manufatti esposti, un elevato grado di civilizzazione da parte degli antichi abitanti. Un vero e proprio unicum nel panorama storico del continente americano.
Non manca, come in tutti grandi national park americani, la possibilità di percorrere decine di km di sentieri che consentono di addentrarsi ancora di più nella natura rigogliosa e selvaggia di queste zone. Ovviamente seguendo alla lettera i consigli dei ranger.
L’ennesimo esempio della grandiosa opera della natura, ancora ben evidente nel continente americano, e dell’ingegno umano che rende possibile adattarsi a tutte le condizioni.