Le Outer Banks sono una serie di piccole isole che si sviluppano per 160 km sulla costa settentrionale della North Carolina: un tempo conosciute per essere preda delle scorribande piratesche, oggi le Outer Banks sono molto interessanti soprattutto per il patrimonio naturalistico che può celare questo territorio.
Le isole “barriera” sono infatti caratterizzate da due versanti opposti: quello ovest è più selvaggio, con acque salmastre e un aspetto più solitario; quello est, che si rivolge all’Oceano Atlantico, è invece tipicamente caratterizzato da acque incontaminate e sabbia bianca.
Insomma, una gradevole contrapposizione che ha determinato la fortuna delle Outer Banks: qui ogni anno tantissimi turisti approdano per godere del clima e delle bellezze naturali.
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Geografia delle Outer Banks
Della geografia delle Outer Banks abbiamo in parte parlato nelle scorse righe: si tratta di un territorio davvero molto particolare nel suo genere, con un patrimonio naturalistico confermato dalla contrapposizione dei due versanti ovest/est, in grado di dipingere un territorio di grandissimo valore.
Estese per circa 160 km, sono dunque una serie di isole molto strette che fiancheggiano la costa del North Carolina: per la loro conformazione geografica sono ribattezzate anche come barrier island. Sono tutte collegate tra di loro tranne l’ultima, l’isola di Ocracoke, a cui è possibile accedere solamente con un traghetto.
La storia delle Outer Banks

Anche gli appassionati si torna possono trovare qualcosa di loro gradimento alle Outer Banks. Questa striscia di sabbia ha mietuto nei secoli innumerevoli vittime fra i marinai di tutto il mondo, traditi dalle spiagge basse sulle onde che non riuscivano a vedere nel buoi delle notti, senza l’ausilio della luna o dei fari che invece adesso si trovano numerosi.
Decine e decine di navi furono perse lungo una delle rotte più solcate della storia, a partire dal 1492, come evidenziato dalle tante mappe rieducative che si trovano sul luogo. Sapere che sono tristemente soprannominate “Il cimitero dell’Atlantico” ci fa pensare ai drammi dei marinai costretti a morire a uno a uno a migliaia di chilometri da casa, nell’affievolirsi delle speranze e nella solitudine più profonda. Le Outer Banks furono anche a lungo il rifugio preferito di uno dei più famosi pirati della storia, il terribile Barbanera (al secolo Edward Teach) che aveva il suo covo e morì a Ocracoke (nella zona più a sud della penisola).
Qual è il periodo migliore per visitare le Outer Banks: il clima
Il periodo migliore per visitare le Outer Banks e, più in generale, la North Carolina, è quello che vada aprile a ottobre. Se tuttavia si vuole evitare la calca dei turisti, le temperature più torride e la maggiore umidità, è bene recarsi nelle isole tra aprile e maggio, o a settembre. Di contro, gennaio è il mese più freddo in assoluto.
Come arrivare alle Outer Banks
Le Outer Banks sono facilmente collegate alla parte continentale degli Stati Uniti da alcuni ponti: uno si trova all’altezza di Kitty Hawk, mentre il secondo si trova a Nags Head. Una volta arrivati sulle Outer Banks sarà più semplice spostarsi sulle isole, anche se in alcuni tratti è fondamentale che il proprio veicolo abbia quattro ruote motrici al fine di non trovarsi in difficoltà sullo sterrato.
Concludiamo il nostro tour con Ocracoke Island, il capolinea delle Outer Banks: un villaggio isolato, molto caratteristico, con il suo Ocracoke Lighthouse a svettare. Chi ha tempo può anche frequentare la bella Ocracoke Lifeguarded Beach per godersi di una passeggiata rilassante, mentre gli amanti della storia e della cultura farebbero bene a non perdere di vista il British Cemetery of Ocracoke, dove si trovano le tombe dei marinai inglesi che qui morirono durante la Seconda Guerra Mondiale.

Cosa fare e vedere alle Outer Banks
Le Outer Banks sono ordinate in cinque raggruppamenti di isole, con cui bisognerebbe prendere la giusta confidenza onde evitare confusioni in fase di esplorazione. Esaminiamo brevemente, in maniera separata, che cosa ci possono offrire.
Currituck Banks (Carova, Corolla)
L’area di Corolla è una delle più visitate da chi si reca nelle Outer Banks. Qui non sarà difficile trovare ristoranti, negozi, spa, gallerie d’arte, case vacanze e molto altro ancora. Tra i punti di attrazione più frequentati c’è il Wild Horse Museum, dedicato ai mustang e ad altre razze di cavalli selvaggi che qui possono essere piacevolmente ammirati.
Consigliata anche una visita al Museo di Storia Naturale Outer Banks Center for Wildlife Education, immerso in un querceto davvero apprezzabile. Uno dei principali simboli di queste isole è poi il Currituch Beach Lightohouse, un faro alto 49 metri che sovrasta una spiaggia con cui fare una bella passeggiata, da soli o in compagnia.
Tra le altre aree naturalistiche più interessanti segnaliamo anche la Currituck Banks National Estuarine Reserve e il Currituck National Wildlife Refuge.
Bodie Island (Duck, Southern Shores, Kitty Hawk, Kill Devil Hills, Nags Head)
Numerose anche le attrazioni che è possibile scorgere alle Bodie Island, a cominciare da Duck: la località è immersa nelle bellezze naturali e non sarà difficile innamorarsi della cucina locale e dei negozi che possono qui essere trovati. Qui si trova anche il Duck Town Park, un parco accessibile 24 ore su 24 che dispone anche di gazebo, area giochi, anfiteatro e area picnic.
Nella stessa isola possiamo poi spostarci alla Buxton Woods Reserve, e poi andare nella cittadina di Kitty Hawk, per passeggiare nel suo pittoresco molo o per fare un po’ di surf sulla spiaggia. Proseguendo il tour ci si può poi spingere a Kill Devil Hills, la cittadina più popolata delle Outer Banks (anche se conta solo 7.000 abitanti), dove si erge il Wright Brothers National Memorial, una torre di 18 metri che celebra, appunto, le imprese di Wilbur e Orville Wright. Nelle vicinanze c’è anche il First Flight Airport, così come il molo Avalon Fishing Pier.

Roanoke Island (Manteo, Wanchese)
Iniziamo la nostra visita da Manteo, con le sue case pittoresche, le gallerie d’arte, i ristoranti e i negozi. Tra i tanti luoghi che meritano uno sguardo più approfondito c’è anche il Pioneer Theatre, così come il Roanoke Marshes Lighthouse, replica di un faro che sorge in cima a un piccolo cottage. Nelle vicinanze troviamo anche il Maritime Museum.
Se ci si trova in questa isola, impossibile non visitare gli Elizabeth Gardens, un’area verde con tante piante stagionali.
Hatteras Island (Rodanthe, Waves, Salvo, Avon, Buxton, Frisco, Hatteras)
Andando nelle Hatteras Island una delle mete pressoché obbligate è la località di Buxton, con il suo Cape Hatteras Lighthouse, il più alto faro al mondo in mattoni: per raggiungere la sua cima (ne vale la pena!) bisogna percorrere ben 257 scalini. Accanto al faro troviamo poi l’Hatteras Island Visitor Center and Museum of the Sea.
Percorrendo la route 12 si arriva a Frisco, piccolo villaggio che ospita il Frisco Native American Museum e che ha una spiaggia molto bella per le attività acquatiche. A tre chilometri da qui troviamo Hatteras, località turistica frequentata per le spiagge e la pesca.
Ocracoke Island (Ocracoke)
A Nags Head c’è invece il First Colony Inn, anch’esso piuttosto vicino alla spiaggia, mentre a cinque minuti dal downtown ecco il White Doe Inn Bed and Breakfast a Manteo. Ancora, a Buxton c’è l’Inn on Pamlico Sound, sul waterfront e le sue camere diversamente arredate, mentre a Ocracoke abbiamo l’Anchorage Inn & Marina. Non mancano inoltre i campeggi!
Dove dormire alle Outer Banks
Alle Outer Banks non sarà difficile trovare un posto dove dormire: le strutture ricettive sono numerose e, a meno che non si voglia prenotare all’ultimo secondo nel periodo di picco stagionale turistico, la disponibilità è abbastanza buona.
Tra le strutture più apprezzate dai viaggiatori troviamo certamente l’Hampton Inn & Suites Outer Bank, a Corolla, un hotel a due piani che si affaccia direttamente sulla spiaggia.