Esiste un luogo, negli USA, molto più esclusivo dei palazzi del potere di Washington, delle grandi e inaccessibili basi militari o delle ville hollywoodiane. Protetti da occhi vigili e da ogni possibile diavoleria elettronica, ma in fondo banali e inutili.
Questo luogo è The Wave. Un posto conosciutissimo fra gli appassionati di USA, un vero e proprio santuario della bellezza naturale, una cattedrale in cui ascoltare il verbo della Creazione. Non esistono parole per definirne l’assoluta perfezione e la sublime solennità che lo rende la migliore dimostrazione dell’incredibile varietà di forme che offre il grande Southwest americano.
Quanti di voi hanno potuto trascorrervi un po’ di tempo? Io, no, purtroppo, e questo rimane uno dei miei rimpianti più grandi oltre che uno stimolo a tornare. Ma non è semplice: solo 20 fortunati al giorno possono entrare, e solo vincendo una complessa lotteria gestita dal Bureau of Land Management dell’Arizona: 10 posti a disposizione di chi partecipa online fino a 4 mesi prima (ma nel momento in cui sto scrivendo questi posti sono già esauriti per i citati 4 mesi), 10 posti per chi si presenta di persona presso l’ufficio preposto il giorno prima (in questo caso l’accesso può essere più semplice, soprattutto se si è da soli). The Wave è più prezioso della Casa Bianca, e non potrebbe essere altrimenti: possiamo mai paragonare la memoria del mondo con un caduco simbolo umano, seppur glorioso e glorificato?

Si trova in Arizona, uno dei miei stati preferiti, all’interno del Coyote Buttes North, uno dei luoghi simbolo del grande complesso del Vermillion Cliff National Monument. Bisogna camminare un po’, ma lo spettacolo che ci si ammira cambia la vita dei pochi fortunati che sono ammessi ad assistervi. Un luogo splendido da ammirare in solitudine assoluta, che cosa si può pretendere di più?
The Wave è la migliore dimostrazione del fatto che il creatore dell’Universo, sia esso un Dio o Madre Natura stessa a seconda delle proprie credenze, è unico: come potrebbe, altrimenti, riuscire a fare con la roccia esattamente quello che fa con l’acqua, oltretutto con perfezione assoluta? Non si può rimanere insensibili di fronte all’evidenza che esiste un disegno superiore di cui The Wave è una dimostrazione incontrovertibile.
The Wave è un luogo da vivere, non da visitare. Un luogo in cui la forza della suggestione è prorompente, un luogo in cui sedersi e ascoltare i racconti delle rocce che narrano lo scorrere infinito e immutabile dei millenni attraverso il ripetersi dei giorni, un luogo in cui l’anima si nutre dell’energia positiva emanata dalle onde e ne esce cambiata, migliore, rinfrancata con se stessa e con l’Universo intero. Se vi sono animali all’interno, non poso che pensare che essi siano, seppur inconsapevolmente, fra gli esseri viventi più fortunati dell’intero creato.
Non so se mi piacerebbe incontrare uno dei fortunati che vi hanno messo piede: penderei dalle loro labbra nell’ascoltare il loro racconto, o li guarderei con astiosa invidia per avere provato un’esperienza che sento di bramare con un impeto indescrivibile?
The Wave non è un luogo. E’ la poesia dell’Universo