Chi manca dalla madrepatria lo sa bene: dopo un po’ mancano i sapori, le sensazioni, le cose cui siamo stati abituati fin da piccoli. La novità, la scoperta, la curiosità sono meravigliose, ma ci vuole anche un minimo di “abitudine”. Ed ecco che scatta la ricerca del conosciuto, del siile, insomma della nostra identità.
Uno dei posti schemi hanno fatto davvero sentire a casa è Cunetto’s, lo splendido ristorante italiano posto proprio al centro di The Hill, il quartiere italiano di St. Louis dove il tricolore è esposto con orgoglio.
Niente di finto, da Cunetto’s, e soprattutto niente stereotipi fra i tanti che accompagnano la nostra rinomata cucina nel nuovo mondo: molti americani sono convinti che basti una tovaglia a quadri bianchi e rossi, una sedia di legno e un mazzetto di fiori al centro per fare un buon ristorante italiano. Chi è stato in America lo sa bene: di ristoranti che si spacciano per italiani ce ne sono tanti, addirittura grandi catene diffuse su tutto il territorio e che vanno accuratamente evitate: magari le pietanze che cucinano possono essere anche buone, ma di sicuro non sono italiane.
Si tratta di uno dei tanti aspetti del cosiddetto fenomeno del “Italian Sounding”, ovvero il richiamo a ricette e prodotti alimentari italiani per vendere cibo in realtà americano al 100%: un problema davvero diffuso, che danneggia fortemente la nostra economia e che fiorisce anche grazie al parziale disinteresse delle autorità americane. E’ un problema solo italiano, a quanto pare, perché la scarsa emigrazione da Francia e Spagna hanno reso le loro cucine molto meno diffuse rispetto alla nostra. Da Cunetto’s , tanto per cominciare, le tovaglie sono bianche……
E’ diviso in 2 ambienti : il primo con bancone del bar, con luci soffuse e musica di sottofondo, e poi il ristorante vero e proprio, assai luminoso.
Ma questi sono dettagli, in fondo: da Cunetto’s si va per mangiare e non si rimane assolutamente delusi. Forse la pasta è condita con un po’ troppo sugo, come tipico negli States, ma la pasta e fagioli e il minestrone hanno il vero sapore delle nostre campagne e il tiramisù è fatto con i savoiardi e il mascarpone, come vuole la tradizione.
Ma da Cunetto’s si va anche per l’atmosfera genuina. Il Signor Cunetto, ultimo erede di un’antica famiglia di ristoratori, non parla italiano ma ha i lineamenti e i modi tipici di casa nostra: sono bastate 2 sere per diventare amici, per fare in modo che il nostro tavolo fosse accurato, per farlo venire a chiederci se era tutto a posto.
E si andava anche per una splendida signora, cameriera di vecchi data, sposata negli anni ’70 con un americano in Italia e poi trasferita a St. Louis. Due sole sere e mia figlia era innamorata di lei, mentre noi ne avevamo l’indirizzo cui scrivevamo regolarmente. Purtroppo questo splendido fiore all’occhiello di Cunetto’s non c’è più. Lo abbiamo scoperto un anno dopo, quando i siamo tornati.
Ci manchi.