La Beat Generation è stata una corrente artistica, poetica e letteraria sviluppatasi negli Stati Uniti, precisamente a San Francisco, tra il 1947 e la fine degli anni ’50. Il termine “beat” può assumere diversi significati, può essere inteso come ribellione verso la società, che impone all’individuo qualche cosa, che lo costringe a seguire regole di vita prestabilite senza la libertà di poter scegliere. Il beat è il forte richiamo verso il misticismo, lo spiritualismo Zen, il consumo delle droghe più svariate, dell’alcol, del bisogno di soddisfare velocemente i propri istinti sessuali, e della necessità di parlare in continuazione di qualsiasi argomento, concetto, fatto, che la mente possa racchiudere, dando libero sfogo ai propri pensieri.
Il beat è anche battito, ritmo, quello della musica jazz, quello della cadenza dei versi nelle poesie, beat è la scoperta di se stessi, dei valori umani, della coscienza collettiva. I beat sono i giovani scrittori, che desidererebbero condividere con chiunque il loro amore per il tutto, e invece si sentono degli incompresi. Il movimento beat è il sogno di un gruppo di persone appassionate di letteratura e stanche del mondo in cui vivono, delle imposizioni forzate e dei tabù. I beat o “beatnik” aspirano a viaggiare fino a dove possono arrivare, non per scappare dalle responsabilità, ma per decidere di loro spontanea volontà come vivere.
I temi trattati dal movimento beat riguardano in modo molto più enfatizzato, la contestazione giovanile e l’aperta critica verso la guerra del Vietnam, la segregazione razziale dei neri, l’inferiorità del sesso femminile nei confronti di quello maschile e le discriminazioni riguardanti l’orientamento sessuale. I beat scrivono di viaggi mentali e fisici, i primi intrapresi attraverso l’utilizzo di sostanze stupefacenti come L’LSD, i secondi invece fatti “coast to coast” attraverso le strade americane, come quelli descritti nel manifesto della beat generation e famoso romanzo pubblicato nel 1957, intitolato “Sulla strada” di Jack Kerouac, scrittore e poeta statunitense, massimo esponente di questa corrente.
Una macchina veloce, l’orizzonte lontano e una donna da amare alla fine della strada.
Jack Kerouac
Jack Kerouac (Lowell, 12 marzo 1922 – St. Petersburg, 21 ottobre 1969) è considerato “il papà dei beatnik”, vera e propria fonte d’ispirazione per artisti come ad esempio il grande Bob Dylan. Nei suoi scritti possiamo percepire la fortissima convinzione, di volersi liberare dalle convenzioni sociali del tempo e di dare un senso alla sua esistenza, ricercato attraverso la marijuana, l’alcol, la religione e i suoi viaggi. Kerouac si considerava un poeta jazz, appassionato dell’amore carnale, a detta sua “porta del Paradiso”, e contrario alla vita e carriera militare. La Beat Generation, creatura di Kerouac, ispirò inoltre i movimenti pacifisti e quelli del 1968. Tornando al suo più grande successo, “Sulla strada” è caratterizzato da particolareggiate descrizioni, visioni di paesaggi mozzafiato e senso di libertà smisurata del viaggio, come fuga, isolamento, ricerca e scoperta di sé. Lo stile innovativo di Kerouac è detto “prosa spontanea”, senza regole apparenti e con princìpi fondamentali che si basano sulla libertà mentale, da cui poi estrapolare quella del linguaggio.