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La vita notturna di New York è varia, affascinante e ricca di stimoli. Fin dagli anni ’60 e ’70, la metropoli ha visto nascere locali che sono entrati a fare parte della storia della musica, sia per la presenza di grandi nomi che si sono esibiti tra le loro quattro mura, sia per la capacità di far nascere nuove tendenze, nuovi stili e anche nuovi generi musicali.

Il Tunnel rientra di rigore fra i locali che hanno scritto lunghe pagine dell’entertainment newyorchese. Il locale era dislocato al 220 Twelth Avenue, nel quartiere di Chelsea, a Manhattan. La location poteva considerarsi unica, in quanto il Tunnel era ricavato all’interno di un terminal ferroviario dei magazzini della storica Company Central Stores Buildings, ora considerata zona di rilevanza storica della città di New York.

Il Tunnel aprì i battenti nel dicembre del 1986, sfruttando il terminal delle ferrovie, grazie ad un investimento di ben 5 milioni di dollari eseguito da  Eli Dayan, il fondatore del brand Bonjour Jeans. Il nome Tunnel derivava quindi dal sottopassaggio che si doveva attraversare per entrare nel locale, che portava gli avventori nella storica dance hall posizionata al piano interrato. L’architettura del luogo era ciò di più innovativo si potesse immaginare in quel tempo, in quanto si trattava di un lungo e stretto spazio, con tante stanze e tanti livelli ricavati dal terminal. Nello spazio sottostante, il dance floor principale, erano presenti le prime dance cages, le gabbie dove ballerini e ballerine si esibivano.

A differenza dei locali votati alla musica rock e punk, il Tunnel è da sempre stato il tempio della musica disco. Pochi sono stati infatti i concerti che si sono tenuti fra le sue mura, in quanto dagli esordi fino al periodi di maggiore splendore, gli anni ‘80 e ‘90 il locale era simbolo della dance più sfrenata, con l’introduzione dei primi trance-techno party. La caratteristica principale del Tunnel risiedeva nell’accogliere diverse anime, dedicando sale e situazioni musicali diverse ad ogni sfumatura del popolo della notte, dalla musica house fino all’hip hop.

Il locale fu teatro di tante notti insonni, di un divertimento sfrenato ma purtroppo anche di tanti casi di spaccio di droga, anche pesante. Nel 2001, il Tunnel venne chiuso, per il mancato pagamento dell’affitto e anche in seguito alla campagna di austerity portata avanti dall’allora sindaco Giuliani. Con la sua chiusura si concluse un pezzetto di storia di New York, in quanto il Tunnel è stato un locale storico, un tempio che per anni ha affascinato non solo gli abitanti della Grande Mela, ma che ha ispirato la nascita dei locali simili in ogni parte del mondo.