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Esiste solo una definizione per il Mexican Hat: è semplicemente uno scherzo della natura. Anzi, dato che in effetti sono due, il secondo è uno scherzo umano.

Si percorre verso nord la US-163, semplicemente e senza ombra di dubbio la strada più bella d’America, e sis sta ancora riprendendo il fiato dall’emozione di avere attraversato la Monument Valley, di avere ammirato i suoi pinnacoli maestosi che raccontano la storia del mondo, di essere stati galvanizzati dalla loro energia positiva, ed ecco che a un certo punto lo sguardo viene attratto verso la destra da una forma bizzarra, al punto veramente di pensare che si tratti di uno scherzo della natura o, peggio ancora, di un qualcosa di posticcio creato ad arte dall’uomo.

Invece non è così, anzi. Si tratta dell’ennesimo miracolo che la natura ci offre in queste zone, dell’ennesimo esempio di come il materiale adatto può tramutarsi, sotto l’effetto costante del vento e della pioggia sapientemente orchestrati, in qualcosa di sorprendente, in qualcosa di mirabolante, in qualcosa di magico per perfezione delle forme e miracolo di perenne equilibrio. E come se non bastasse il Mexican Hat Rock, questo il nome di quella che molti considerano una vera e propria star della zona, ha anche il suo anfiteatro naturale, che fa da contorno ideale con i suoi colori sgargianti e le sue forme neutre, nel quale lo sguardo del visitatore non viene distratto ma solo abbagliato da tanta bellezza.

mexican hat visitare

Poi si prosegue ed ecco che si arriva al paese, anche se definirlo tale è forse un presuntuoso azzardo. Poche case ma alcune delle quali davvero fortunate, appoggiate sulle rive scoscese del fiume San Juan che come tutti reclama il suo spazio e come tutti ha scavato l’ennesima, profonda ferita in questa terra martoriata nella quale ogni segno rappresenta un’opera d’arte posta a imperitura memoria della gloria della creazione. In particolare l’opera del fiume si esterna in forme sinuose ma decise e nel verde brillante della sua folta vegetazione, assente totalmente altrove: l’ennesima bizzarria del Colorado Plateau, il mio luogo eletto, il posto che posso definire casa perché casa non è il posto dove si vive bensì quello dove ci si trova a propio agio. E io qua mi trovo a mio agio, al punto che vorrei passare la mia vita ad ascoltare le storie che il vento racconta sin dalla notte dei tempi.

Ne valeva la pena di venire fino qua, a scoprire il luogo ma sopratutto a scoprire se stessi…..